Emissioni inquinanti in Puglia: novità eclatanti da ARPA Puglia
Bari, 19 dicembre 2012 - Il messaggio che i media hanno inteso trarre dalla conferenza
organizzativa di ARPA Puglia tenuta ieri a Taranto è una “non-notizia” (“record negativo di
emissioni inquinanti in Puglia”) come di seguito dimostrato (punto d).
Le tre informazioni emerse dal convegno, che si riferiscono all’attuale situazione, sono invece:
a) L’impressionante crollo del PM10 nelle due centraline del quartiere Tamburi (via Machiavelli e via
Archimede) a partire dal settembre 2012, che, insieme ai valori di pm10 riscontrati nelle altre
centraline della città, consentono di affermare che nel periodo (settembre-dicembre 2012), rispetto
al PM10, Taranto è stata tra le città meno inquinate d’Italia. I valori nel periodo sono stati inferiori
persino a quelli bassi riscontrati nel 2009, quando ci fu un calo fortissimo della produzione di ILVA
(allegato 1). L’improvviso e strepitoso miglioramento dell’inquinamento da PM10 potrebbe essere
legato alla diversa gestione dei cumuli dei parchi minerali adottata dai custodi giudiziari di ILVA.
Usiamo il condizionale per la dovuta cautela, dato che i custodi sono dirigenti di questa Agenzia.
b) La conferma delle bassissime concentrazioni di diossine al camino dell’impianto di agglomerazione
di ILVA, crollate da 8 ngTEQ/Nm3 nel febbraio 2008 a 0.1-0.2ngTEQ/Nm3 (ottobre 2012);
c) Per la prima volta da quando ARPA Puglia misura il benzo(a)pirene nei filtri PM10 del quartiere
Tamburi, la media mobile annuale è pari 0.85 ng/metrocubo, inferiore all’obiettivo di qualità di
1ng/m3;
d) La “non-notizia” riportata dai media si riferisce al dato ovvio che da sempre caratterizza la regione
Puglia, essendo attive a Brindisi e a Taranto realtà produttive con elevate emissioni di inquinanti.
Occorre peraltro tener presente che la stessa fonte (il Registro europeo delle emissioni E-PRTR)
mostra nell’ultimo periodo (2010) un evidente calo delle emissioni inquinanti in Puglia rispetto al
2007-8. Il 2009 fu un anno anomalo caratterizzato da una drastica riduzione produttiva e
conseguente calo delle emissioni. ( Allegato 2).
Giorgio Assennato