Ci mancava il mercato ittico ai Tamburi per rendere ancora più difficile la vita nel quartiere che
“ospita” l’Ilva e le sue emissioni inquinanti.
Non bastavano le puzze provenienti dalla raffineria ENI e dagli altri stabilimenti industriali ad
ammorbare l’aria dei Tamburi; ad esse si è aggiunta una nuova puzza: quella del pesce che marcisce
nei cassonetti o nei pressi dei cassonetti collocati nell’area del mercato ittico galleggiante che
evidentemente non vengono puliti a sufficienza. Un “bouquet” di essenze profumate da suggerire a
qualche azienda di profumi che voglia lanciare una nuova linea: “Eau de fognature”.
C’è poco da ridere però per i cittadini del quartiere Tamburi costretti a subire questo ennesimo
disagio. Dopo le segnalazioni di alcuni di essi che lamentavano l’insopportabile puzza che,
soprattutto in alcune giornate (probabilmente a causa di particolari direzioni del vento), ammorba
letteralmente via Galeso, ma anche via Orsini e le via adiacenti a queste due arterie del quartiere,
abbiamo “indagato” e fotografato ed ecco il risultato delle nostre ricerche: le foto sarebbero
sufficienti da sole, ma siamo andati oltre per verificare se dopo le attività giornaliere, di notte, si
provvedesse alla pulizia. Sicuramente nei due giorni da noi controllati questo non è avvenuto. La
sera del 4 luglio intorno alle 21.30 abbiamo trovato un certo quantitativo di rifiuti accatastati presso
i cassonetti; la mattina del giorno dopo, intorno alle 11.00 c’erano gli stessi rifiuti con l’aggiunta di
un ulteriore carico presumibilmente prodottosi nelle prime ore della mattinata. Evidentemente
nessuno aveva pulito l’area durante la notte!
Riteniamo intollerabile e pericolosa dal punto di vista igienico-sanitario una situazione di
questo genere e chiediamo con forza che il Comune di Taranto garantisca la pulizia e la
disinfestazione dell’area con una frequenza e orari adeguati alle necessità del mercato.
6 luglio 2012