A luglio del 2021, nel presentare le proposte di Legambiente per il Just Transition Fund per Taranto (al link https://www.legambientetaranto.it/index.php/vivibilita-urbana/item/891-just-taranto.html ) avevamo lanciato l'idea della creazione di un piccolo distretto dell'economia circolare, il primo del Sud Italia, "con impianti per la digestione anaerobica per produrre biometano e compost di qualità da frazione organica dei rifiuti urbani; per la selezione e la valorizzazione dei rifiuti da imballaggio da raccolta differenziata; per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona, delle terre da spazzamento, delle apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita; per il riuso dei prodotti dismessi in Centri di preparazione per il riutilizzo, per avviare a riciclo i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche a fine vita".
Oggi possiamo dire che si sono fatti dei significativi passi in avanti proprio in quella direzione, grazie all'innovativo impianto di trattamento e riciclo dei rifiuti in plastica della società Irigom, da oltre quindici anni azienda specializzata nel recupero di materie prime dai pneumatici fuori uso (PFU), sito all'interno della zona industriale di Taranto, che una delegazione di Legambiente (composta dal presidente nazionale Stefano Ciafani, dal vice presidente Edoardo Zanchini, dal presidente regionale Ruggero Ronzulli, dalla direttrice regionale Daniela Salzedo, e dalla presidente del circolo di Legambiente Taranto, Lunetta Franco) ha visitato nei giorni scorsi, assistendo al lavoro dei tecnici e degli operai e incontrando l'Amministratore Delegato Stefano Montanaro.
Si tratta di un impianto, inaugurato poche settimane fa, unico in tutto il Sud Italia, capace di lavorare più di 150.000 tonnellate rifiuti plastici all'anno per ricavarne granulo, materia prima seconda utilizzata in vari manufatti, e CSS, combustibile solido secondario, destinato alle cementerie, con la creazione di 15 nuovi posti di lavoro. L'impianto è dotato di una moderna tecnologia di selezione delle materie attraverso sensori che consentono il rilevamento dei diversi materiali e dunque una resa ottimizzata del prodotto ed è dotato di tre linee di trattamento: selezione raccolte differenziate e produzione di materiale per la valorizzazione attraverso i processi di CSS e CSS-C nei cementifici, lavaggio e rigenerazione delle plastiche e trattamento R.A.E.E. (fotovoltaico). Proprio quest'ultimo è l'aspetto più innovativo dell'impianto attraverso il recupero di tutti i materiali che compongono i pannelli fotovoltaici. Esistono solo quattro impianti simili in tutta Italia e quello di Taranto è l'unico del Mezzogiorno, capace di effettuare un recupero materico pari al 100% (dal vetro al silicio, dal rame all'alluminio, alla plastica).
L'impianto potrà contare sulla copertura totale degli edifici con pannelli fotovoltaici, che produrranno oltre la metà della energia necessaria al funzionamento delle diverse linee di trattamento.
Insomma, un gioiello produttivo che avvia a riciclo il 100% dei pannelli fotovoltaici dopo la loro dismissione, un concreto esempio della possibilità che l'economia circolare e la rivoluzione energetica corrano veloci, insieme, verso la liberazione del paese dalla dittatura delle discariche e delle fonti fossili.
Domenica, 24 Aprile 2022 21:41
A Taranto il primo impianto del Mezzogiorno per il riciclo dei pannelli solari
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