L’esigenza di sviluppare un ragionamento complessivo sui siti che la Marina Militare è pronta a
dismettere, enunciata qualche giorno fa dal Vicesindaco di Taranto in un’intervista rilasciata ad un
quotidiano locale è senz’altro condivisibile. Siamo infatti di fronte alla possibilità di una autentica
rivoluzione urbana che merita una attenzione ed una discussione adeguate dovendo, di fondo,
rispondere alla domanda “Quale città vogliamo ?”.
Noi pensiamo che sarebbe importante, in questa come in altre circostanze, realizzare un
coinvolgimento partecipativo dei cittadini, del tessuto associativo –non solo produttivo- di questa
città, in modo da realizzare un confronto ampio, non limitato ai soliti noti ed agli addetti ai lavori.
Per questo chiediamo alla Amministrazione Comunale di organizzare sul tema della
dismissione delle aree militari a Taranto specifici momenti di ascolto e di confronto, da
pubblicizzare in maniera adeguata, compiendo così passi concreti in direzione di una progettazione
partecipata.
Non possiamo non rilevare
, però, che negli “intenti” annunciati, integrati dai progetti di cui
abbiamo letto, un solo elemento sembra assolutamente prevalente, tanto da apparire una autentica
ossessione: i parcheggi.
Parcheggi a Cimino (a proposito, sbagliamo o c’è un ritardo di almeno sei mesi sulla tabella di
marcia a suo tempo annunciata? Perché? Non è già troppo il tempo trascorso?).
Parcheggi nella zona Croce.
Parcheggi sotto la Rotonda del Lungomare, per i quali Legambiente non ha mai parlato di parcheggi
“sopra” la Rotonda e ha contestato fin dall’anno scorso –inascoltata- un’idea sbagliata che, lo
ribadiamo, se realizzata è destinata ad aumentare il numero di automobili che convergeranno verso
il Borgo senza ridurre, quindi, l’inquinamento da traffico, ma anzi incrementandolo.
Parcheggi sotto la caserma Mezzacapo.
Parcheggi nell’ex Artiglieria.
Parcheggi nell’area della Banchina torpediniere.
Parcheggi in un’area prospiciente l’attuale ospedale militare.
Una domanda ci viene spontanea: quale sarebbe, in questo caso, il ragionamento complessivo?
A noi sembra piuttosto evidente la sua assenza.
Perché è assente un ragionamento complessivo e condiviso, un’idea partecipata e sostenibile di
mobilità urbana che assuma lo stesso obiettivo perseguito negli ultimi anni in Italia e in Europa:
disincentivare l’afflusso di auto nel centro delle città
.
Solo così si spiega questa PARCHEGGIOPOLIS annunciata
, in cui le idee condivisibili, che
pure ci sono, vengono travolte dall’accostamento ad autentiche assurdità, da un’incomprensibile
orgia di posti macchina da realizzare.
E’ troppo chiedere a questa Amministrazione Comunale
, fatti salvi i parcheggi di scambio di
Cimino e Croce su cui è anzi necessaria una accelerazione, di sviluppare anche sulla mobilità un
ragionamento complessivo, una progettazione partecipata, e, solo dopo, decidere cosa fare?
A noi sembra quello che, una volta, si sarebbe chiamato il “minimo sindacale”.
