Giovedì, 26 Settembre 2019 11:56

#ClimateStrike il 27 settembre. A Taranto e in tutto il mondo.

Questa estate proprio a Taranto, dalla Goletta Verde, Legambiente aveva lanciato un SOS CLIMA ricordando che Taranto non è soltanto la città simbolo dell'inquinamento industriale ma, con gli oltre 12 milioni di tonnellate di CO2 emesse in un anno in atmosfera, può considerarsi la Capitale d'Italia per le emissioni di gas serra. La responsabilità di questi numeri sta nel polo produttivo rappresentato dall'ex Ilva, dalla Raffineria Eni e dalle centrali termoelettriche. 
Più in detttaglio:  l'ex Ilva con 6,3 milioni di tonnellate di CO2, le centrali termoelettriche del siderurgico con 4,9 milioni di tonnellate, la raffineria ENI con 751mila tonnellate e la centrale termoelettrica a questa connessa con 288mila tonnellate,  emettono, secondo il registro europeo delle emissioni E-PRTR, 12,3 milioni tonnellate di anidride carbonica (dati relativi al 2017).
Numeri esorbitanti se si pensa che la regione Puglia emette il 18% delle emissioni nazionali di gas serra e che, di queste, circa la metà arriva dal polo industriale di Taranto, che emette la stessa quantità di CO2 di tutto il Lazio (12,4). Ancora più grave se si tiene conto che soltanto la Lombardia (16,9 milioni di tonnellate) e la Sicilia (15,1 milioni di tonnellate) superano le emissioni della città tarantina.

Il 27 settembre, a Taranto e  in tutto il mondo, i giovani tornano in piazza  per chiedere una svolta che riduca davvero  le emissioni climalteranti e scelte ambiziose per contribuire a contenere l'aumento della temperatura media globale al di sotto di 1,5°C rispetto all'era preindustriale.

Per Legambiente c'è bisogno di provvedimenti sia nazionali che europei  che rendano davvero possibile l'uscita dal carbone a partire dai territori più vulnerabili: è il caso di Taranto  dove occorre avviare un percorso che permetta di ottenere nel medio termine una produzione di acciaio totalmente "decarbonizzata", capace di abbattere le emissioni inquinanti e climalteranti e di costruire un futuro in grado di coniugare la tutela dell'ambiente, la qualità della vita, la salute dei cittadini e il diritto al lavoro.

A Taranto e in tutto il mondo occorre recuperare i ritardi accumulati sviluppando politiche capaci di dare un futuro alle giovani generazioni. 

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